Per dieci anni, tra il 1917 e il 1927, una grave epidemia di Encefalite Letargica, definita all’epoca “malattia del sonno”, invase il mondo. Ne furono colpite quasi cinque milioni di persone. Poi l’epidemia scomparve, improvvisamente e misteriosamente, così, com’era sopraggiunta. Una piccola parte di malati sopravvisse, in una sorta di perpetuo torpore, fino al 1969, quando un nuovo farmaco permise loro di risvegliarsi. Harold Pinter, traendo spunto dalle testimonianze dei malati di Encefalite Letargica raccolte in “Risvegli” di Oliver Sacks, scrisse, nel 1982, il dramma duro e struggente UNA SPECIE DI ALASKA.
Un testo potente, profondo, denso di scintille che si posano sulla pelle di chi guarda e ascolta, lasciando ad ognuno grandi spunti di riflessione sulla propria esistenza.
Antonia... solitudine, malinconia, un senso profondo di inadeguatezza... La poesia vissuta come confessione, autoritratto della propria anima.
Lo spettacolo, in cui lirica e prosa si contaminano senza soluzione di continuità, vuole rappresentare il flusso di coscienza di un’artista alle prese con quella fragilità empatica nutrimento della grande poesia, ma che spesso viene etichettata come follia.
NOTTURNO è un viaggio nella deriva della coscienza, attraverso deliri, delitti e allucinanti ossessioni tra emozioni nel segno della paura, in quell’universo gotico che si fa metafora degli angoli più oscuri della psiche, tra angosce che giacciono nell’abisso del cuore umano. Si può vendere l’anima al diavolo come Faust, restare vittime di serial killers e di impensabili violenze fisiche e psicologiche...Il reading racconta un’odissea "noire" nella galassia dell’innominabile fino agli agghiaccianti confini del mistero, là dove anche gli oggetti possono tramutarsi in occhi sbircianti e maligni. Protagonista nell’eterno conflitto tra bene e male è sempre la “fragilità” umana con quelle ferite profonde, spesso segrete, che la contraddistinguono.